Pagina (156/346)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      L'acqua è dolce ed azzurra; l'ondata ha l'incesso ed i furori di quella del mare. La rena delle sponde è bianca. Qui, i fiotti si frangono contro picchi perpendicolari; là essi dormono, e si affusolano di foglie di piccole ninfacee, delle foglie lunghe e strette dei potomagetoni, delle punte dei miriafilli, e dei fiori rossi della poligonia delle paludi. I palmipedi di ogni specie vi fanno gazzarra e galloria. Delle caverne inesplorate, sui fianchi irti dei balzi del Chamerdoban, giammai senza neve. L'eco sempre sveglia. Si direbbe che il Baikal è un pozzo gigantesco, dai margini merlati.
      Sbarcammo a Passolsk, sulla riva orientale. Uno dei gendarmi andò a cercare un telega per continuare il nostro viaggio. Avremmo potuto fare il giro del lago al sud per terribili ed impraticabili montagne, poichè la strada postale da Irkoutsk a Selenguinsk non era ancora terminata; ma si volle risparmiarmi questo sopraccarico di disagio. Il viaggio fu così abbreviato di parecchi giorni. Le contrade che percorremmo, avendo continuamente sotto gli occhi, a sinistra, le vette radianti dei monti Yablonoi, variano di tappa in tappa: ora sterili, ora ben coltivate, ora lande rossigne, ora praterie di un verde azzurrognolo.
      Passammo la Selenza in chiatta, a Verineoudinsk, ove sembianti polacchi circondarono la mia slitta, mentre si cangiavano i cavalli. La riviera è larghissima. È dessa, certo, fra le riviere del mondo quella che ha il corso il più lungo; perocchè, sotto nomi diversi, le sue acque s'immettono nel mare Artico, dopo aver percorso una distanza di 1300 leghe e tagliati ventisei paralleli di latitudine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





Chamerdoban Baikal Passolsk Irkoutsk Selenguinsk Yablonoi Selenza Verineoudinsk Artico