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      Le miniere della Siberia non m'offrirono alcuno di quei progressi che facilitano l'esplorazione, raddoppiano la produzione, garantiscono la vita e la salute del minatore. Quindi, non pompe idrauliche per l'estrazione dell'acqua e la trazione del minerale, non ferrovie nell'interno delle gallerie, non men-engine, come si chiama in Inghilterra, o fahrkunst, come si addimanda in Germania, per salire e discendere i minatori; non l'assisa salubre del minatore inglese e la candela al cappello che lo rischiara.
      Il pozzo dell'Ukbul aveva 430 metri di profondità, ad asse inclinata. Bisognava discendervi per una scala interminabile, con rare panche di riposo, - operazione che prendeva un'ora e mezzo, e due ore per salire, e dava agli operaj delle anemie, di cui infine morivano. Alcuni preferivano a questa fatica, quando il potevano, il paniere a minerale, così pericoloso.
      Dugento cinquanta minatori lavoravano all'opere diverse dell'interno, sorvegliati da caporali, sorvegliati essi pure da un capitano, e tutti sotto la direzione d'un intendente. La miniera aveva degli strati di rame e di stagno. Io era stato destinato al traforo delle gallerie. La miniera aveva parecchie gallerie laterali e parecchi pozzi negli strati, ove ci recavamo, sospesi ad un pezzo di fievole corda avvolta ad un verricello. L'infiltramento dell'acqua, durante l'inverno, diminuiva moltissimo, e l'acqua gelava appena messa in contatto dell'aria nel serbatoio. La si tirava su allora nel paniere a minerale.
      Io non obblierò giammai la prima impressione che mi colpì.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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