.. Ma parleremo di ciò. Ci siamo dunque intesi. Partiremo fra un'ora. Siate pronto.
Rimasi atterrato. Questo cangiamento di posizione rovesciava il mio avvenire. Bisognava ricominciare il progetto della mia liberazione sur un altro piano, scegliere forse un'altra via. Se fossi stato sicuro almeno di restare ad Yrkutsk!....
Due mesi dopo, il governatore di Yrkutsk(27) mi nominava professore di lingua francese in uno istituto di fanciulle, magnifico stabilimento consacrato alla educazione ed allogato sotto la protezione, s'intende, dell'imperatrice, rappresentata dalla moglie del governatore. Coprivo inoltre l'album della signora Jukowski di paesaggi e caricature, suonavo le contradanze, come Astatchef l'aveva bene indovinato, e giuocavo agli scacchi col generale. Tutto ciò per 100 rubli al mese! Me ne andavo in brodo di giuggiole. La mia fuga diveniva una certezza. La frontiera toccava per così dire la mia porta. La città di Kiakhta è a tre o quattro giorni, per slitta, nell'inverno, e là comincia la Cina. Pekino non è che a 360 leghe.
Rimisi dunque il compimento del mio progetto al prossimo inverno. Infrattanto, per abituare il mondo alla mia disparizione, feci dimandare al generale Jukowski, da sua moglie, il permesso di andare a caccia. E l'ottenni.
VII.
Un incidente complicò il mio destino.
Evvi a Yrkutsk un numero considerevole di esiliati polacchi. I deportati del 1862 sgomitano queglino del 1848, questi i deportati del 1831, e tutti salutano i vecchi avanzi del 1825. Tutti costoro, bene o male allogati, esercitano un'industria, occupano un posto, riempiono una funzione; e ciò tanto più facilmente, che taluni degli emigrati delle epoche che ho ricordate, han potuto ritornare ai loro focolari, dopo quell'equivoca amnistia del 1855. Il colonnello Niemcewski apparteneva alla categoria del 1831. Io aveva udito più di una volta mia madre parlar di lui come di un amico intimo di mio padre.
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