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      Il mio Jakuto aveva fatto il mestiere di cacciatore e di promichleniks, cercatore di denti di mammuth, per venti anni, ed abitava Killaem, a due hoes e mezzo (50 verste) al nord di Jakutsk, sulla Lena.
      Io aveva dati tanti passaporti agli altri, in nome del governatore, potevo dunque bene appropriarmene uno alla mia volta, sotto nome russo. Feci anche di pių: mi detti, per ogni ventura, una commissione del Governo di Pietroburgo: studiare e tracciare i piani della costa del golfo di Anadyr ed altri punti nello Stretto, richiedendo, all'occorrenza, l'aiuto e la protezione degli uffiziali dello Czar. Nulla mancava alla lettera di commissione: l'avevo calcata sur un'altra simile, che avevo trovata negli archivi della cancelleria. A dir vero, mi vergognavo di questa falsitā; ma la tirannia ingenera logicamente e fatalmente il delitto. Contavo, del resto, non valermi giammai nč dell'una nč dell'altra di queste carte. Cangiai quattrocento rubli di oro in biglietti da cinque e dieci rubli. Insomma, presi tutte le precauzioni, previdi tutti gli avvenimenti e le venture.... Non sospettavo ancora che la fatalitā prendesse tanta parte nel destino umano, e che, se l'uomo si agita, Dio lo mena.
      L'inverno passō gaiamente. Alla primavera, le figlie del generale vollero provarsi a dipingere il paesaggio preso dalla natura, e facemmo lunghe corse in slitta nelle superbe praterie che si stendono lungo la Lena - quando questo fiume non ne fa dei paludi - e nelle splendide foreste. Alice cacciava, mentre Elisabetta dipingeva.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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