.. mio fratello!
LA POLONIA E LA RUSSIA
I.
Noi dividiamo le idee del marchese Wielopolski(43).
I polacchi, e coloro che considerano la quistione al punto di vista esclusivamente della Polonia, respingono la teoria della disperazione proclamata da questo patriotta. Ma noi dobbiamo esaminare la questione al punto di vista dell'Europa e degl'interessi generali dell'umanità. Non dobbiamo quindi preoccuparci dei lamenti, e, se volete, neppure dei dritti di un popolo che ci ha abbarbagliati delle sue imprese cavalleresche, commossi dei suoi infortuni. Esso espia le colpe della sua aristocrazia - cui non troviamo giammai nella storia al servizio della libertà, della giustizia per tutti, avendo pietà del popolo, risparmiando il debole.
L'Italia ha espiati i delitti delle due Rome - l'imperiale e la cattolica. -
I filantropi da congressi, i democrati da parata, attestano le loro simpatie ai vinti. Noi offriamo loro, di più, ciò che ci sembra la verità. Perocchè noi scriviamo con coscienza, noi che eravamo ieri ancora nei ranghi dei vinti e che siamo ancora oggidì nella posizione di minacciati.
L'esercito francese guarda a Roma, l'austriaco campa a Trento.
L'attitudine dell'Europa verso la Polonia sarebbe oltraggiante se la fosse volontaria. La stampa, che s'interessa alla vittoria di Gladiatore e si entusiasma ai gargarismi della Patti, registra con indifferenza l'annichilamento della Polonia. E noi vediamo passare in mezzo a noi, senza provare il minimo turbamento, il minimo rimorso, l'esiliato polacco, che porta, d'ordinario, così degnamente il peso della sua sventura.
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