Non pertanto, malgrado questa indifferenza, si sente che la coscienza pubblica ha nel fondo un'inquietudine dolorosa, e che vi restano ancora delle anime generose le quali sclamano: "No: la non può durare così! Gli è impossibile, non si può lasciar distruggere la Polonia dalla Russia, come si lasciano gli americani terminare la distruzione dei Pelle-rossi!" E si cerca all'orizzonte se vi è una nuvola dal lato dell'Oriente che si oscuri, e cui si possa considerare come il precursore della tempesta. Eppure non bisogna dissimularlo: questa tempesta che taluni invocano, l'immensissima maggioranza la paventa.
La faccia dell'Europa è cangiata. L'Inghilterra si è ritirata sotto la tenda, non come Achille il quale tiene il broncio ad Agamennone, che digerisce nelle braccia di Briseide, ma come il Nestore della politica europea, per preoccuparsi degl'interessi seri della comunità e lavorare. L'Austria, smozzata, cura le sue lividure e le sue piaghe al regime dell'acqua di Jouvence della libertà. La Francia si prepara alla riscossa pel ricupero delle provincie e dell'onore militare perduto. L'Alemagna, costituita, termina lentamente la sua opera - pronta, un dì, a lasciare andare, se occorre, Posen e la Galizia onde annettersi l'arci-ducato di Austria. Le idee economiche e sociali hanno preso il posto delle idee politiche nel regime internazionale. Il sistema delle alleanze, divenuto barbogio, ha ceduto il posto ai trattati di commercio. La riconoscenza del fatto compiuto è inserita come un principio nel dritto pubblico europeo.
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