Nomadi, essi imperavano a cavallo sui popoli indigeni, coltivatori sedentanei, e vivevano a cavallo - come i polacchi nella convenzione della pospolite. Se la loro potenza avesse durato, forse i Goti si sarebbero fusi con gl'indigeni. Ma queglino fra gli slavi, che avevano emigrato sotto la dominazione gotica, ritornarono come vanguardia degli Unni - popoli asiatici - e respinsero lo straniero dal suolo della loro patria.
Gli Unni rimpiazzarono i Goti, che retrocessero sulle possessioni romane ed annunziarono Attila. Questi si manifestò all'Europa come la folgore, dominando dalle frontiere della Cina fino al Baltico e procedendo sopra Roma, menando con lui un miscuglio di guerrieri di tutte le nazioni e di tutte le stirpi cui aveva traversate. I Goti batterono gli Unni sulle sponde del Netad e li ricacciarono in Asia. Poi si divisero dagli slavi: questi rivennero nelle loro contrade e conservarono le loro abitudini ed il loro organamento sociale; i Goti seguirono la loro attrazione naturale verso l'Occidente.
La razza slava ed i suoi rami ellenici erano attirati verso l'Oriente e Costantinopoli.
Lasciamo da banda la varietà ellenica, o dorica, la quale, in faccia delle concezioni gigantesche e mostruose della Caldea e dell'Egitto, si concentrò e s'isolò, e seguiamo il movimento della varietà Tsciuda.
Questo ramo della razza slava del nord, occupava le sponde orientali del Baltico, si stendeva lungo il mare Bianco fino alle foci dell'Oby e nei profondi del continente Asiatico. Queste contrade, quasi deserte oggidì nella parte che forma le vaste solitudini della Siberia, mostrano nelle tombe e nelle gallerie delle mine dell'Altai le tracce di una civiltà, il cui sovvenire storico è perduto.
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