Una sorte eguale, per le medesime cause, toccò all'Ungheria. Centro, sotto Attila, della dominazione delle razze asiatiche, essa fu sempre un punto di attrazione per questi popoli. I maggyari, slavi, ma della famiglia semi-asiatica delle razze dell'Ural e della Volga, dominarono la razza slava indigena. Poscia, organizzati a casta conquistatrice e guerriera, respinsero le invasioni asiatiche. Essi avrebbero potuto dirigere, in luogo della Russia, lo slavismo dell'impero orientale; ma il cattolicismo che avevano abbracciato, li tenne a parte e li condannò all'inferiorità politica.
Il cattolicismo non è simpatico alla natura slava; e là stesso ove lo si è impiantato, esso ha cangiato di carattere. Sradicata senza sforzi, presso gli Scandinavi, alterata nel suo spirito in Polonia, in Ungheria, in Boemia, la dottrina cattolica ha contribuito alla caduta di questi Stati sotto la pressione dell'invasione tedesca e dell'ascendente russo, mentre che dessa paralizzava la loro influenza sull'impero d'Oriente. Gli è al cattolicismo altresì che la Polonia deve le sue vicissitudini ed una parte delle sue sventure.
In uno Stato di quasi anarchia per parecchi secoli sotto i suoi dodici woivodi o palatini, la Polonia si presenta col nome di regno al XIV secolo e forma uno stato, mediante la sua riunione con la Lituania, sotto il dominio dei Jagelloni. La sua rivalità colla Russia comincia alla sua culla e riempie la sua storia - passando per le medesime fasi della lotta che s'impegna tra l'Inghilterra e la Francia.
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