I Tatari avevano molestato la razza slava. Sotto la pressione delle orde mongoliche, i differenti rami degli slavi si collegarono, si fusero. Le regioni lasciate vuote dai Tatari furono occupate dai Cosacchi dell'Ukrania, del Don, e dell'Iaik - un miscuglio di soldati, di avventurieri e di cacciatori, che ebbero l'incarico di difendere questa frontiera contro gli stabilimenti fissi dei Tatari della Crimea e delle orde formidabili dei Kan del Kaptsciac o dell'Orda Dorata.
La razza mongolica si scatenò contro la Russia con una ferocia senza mercè. La divisione dei popoli slavi favoriva la sua invasione; ma l'invasione provocò, per controcolpo e per necessità di difesa, l'unità slava e la creazione affatto asiatica dell'autocrazia dello Tzar.
L'unità inghiottì la libertà.
In questi scompigli, Kief, la culla religiosa e civilizzatrice delle razze slave, perdè la sua superiorità. Si era visto, del resto, i sovrani russi, per una preveggenza politica particolare, trasportare successivamente la loro capitale su i punti ove il progresso del loro dominio sembrava richiedere la loro presenza. All'origine, essi avevano abbandonata Novgorod, la città della civiltà scandinava, per il soggiorno di Kief, che inoculò alla razza slava lo spirito bizantino. Souzdal li mise, in seguito, in contatto diretto con gli Tsciudi della Permia e dell'Ural; Volodimir, con quelli della Volga; Moskou divenne infine la testa di ponte della razza slava, che salvò l'Europa, respingendo gli urti delle razze asiatiche.
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