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      E non rispose punto. Ma io lo vidi ritirare il fucile dal suo dorso, esaminarne lo scudellino - il suo fucile era ancora a pietra - poi accoccarlo. Io non garentisco che, nel mentre costui eseguiva lentamente queste operazioni, io fossi completamente tranquillo. Non dissi nulla pertanto e continuai a camminare. Ad un tratto, Demetrio si fermò, accostò il suo fucile alla guancia, mirò e tirò.
      - E val meglio uccidere codesto, disse egli, che la gente battezzata, e mangiare di codesto che è più tenero.
      Ed egli andò a raccogliere un colombo, cui aveva ucciso di una palla asciutta, ad una distanza prodigiosa. Il colpo levò uno stuolo di piccioni selvatici. Spiridione, che aveva il fucile carico a capriole, sparò a sua volta e ne stramazzò cinque o sei. In meno di dieci minuti il fuoco era acceso, e la cacciagione spiumata, rosolava sulle braci. Per me, Spiridione appese un piccione dai piedi, con una corda attaccata ad un ramo di albero, e lo lasciò arrostire girellando innanzi al fuoco. Mentre i volatili cuocevano, Demetrio varcò una siepe ed andò a cogliere alcune spighe di gran turco, che cacciò sotto le ceneri. Era il nostro pane. Il cavallo ebbe le foglie del granone, e non son mica sicuro se il suo intimo amico Spiridione non gli diede altresì a gustare un'ala o due di colombo.
      Questi due esseri se la intendevano come una buona coppia parigina, in cui la moglie è il compare del marito ed il marito completa la moglie. Lungo la strada, Spiridione gli contava delle storie, gli zufolava delle canzoni.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





Demetrio Spiridione Demetrio Spiridione Spiridione