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      Immediatamente, gendarmi e guardie civiche sono sotto le armi, la chiamata batte, la campana a martello dà rintocchi, il popolo.... per fortuna, il popolo era ai campi. Immediatamente la casa ove io era è circondata. Io doveva esserci ancora, perchè un'ora non era per anco passata che io aveva lasciato il corpo di guardia.
      La prima persona che il capitano incontrò all'uscio della casa, fu mio zio.
      Il vecchio prete era l'uomo il più litighino della provincia. Egli sapeva i suoi codici a menadito, e lo si temeva come il colera. Egli si era minato a far processi; ma ciò malgrado, quando non ne aveva dei suoi, egli prendeva a patrocinare quelli di altrui - le cause obliate, abbandonate come impossibili.
      Trovandosi d'incontro a quest'uomo, il capitano esitò.
      - Ah! mio vecchio amico, sclamò mio zio con una voce tutto mele: come Dio vi manda a proposito! Come va la salute? ed i vostri piccoli? ed i bachi da seta? Fatemi dunque aprir questa porta. Io spasimo di abbracciar mio nipote.
      - Che nipote?
      - Ma, il marchese di Tregle, dunque! Voi nol sapevate?..
      - Egli è dunque ancora colà?
      - Lo credo bene! Non faceva che entrare, ero lì per raggiungerlo, quando, bum! mi si chiudono le porte sul muso.
      Il capitano respirò. E' cominciò allora a(48) bussare ed a gridare:
      - In nome del re! aprite, in nome del re....
      Infrattanto la forza pubblica si accalcava e circondava casa e giardino. Impossibile di fuggire. Più il capitano bussava però, più l'uscio restava chiuso e la gente di dentro silenziosa. Il padre di Serafina si trovava innanzi al portone come gli altri.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





Dio Tregle Serafina