Egli celebrava la messa; gran coro di damigelli francesi e di eunuchi romani cantavano, accompagnati dal suono dei tricordi e degli organi, cui toccavano maestri alemanni, i più periti allora in quest'arte. Così tirossi innanzi fino all'evangelo, cantato dall'arcivescovo di Bari. Allora il papa si assise sopra ricco trono per dar cominciamento al baciamano; perocchè allora la mano solamente al papa si baciava non il piede, come per la prima volta vilmente praticò Lottario II, il 4 giugno 1133. Sicchè dunque Alessandro fra l'arcivescovo di Bari e quello di Napoli, con in testa il berretto frigio sormontato dalla corona, che papa Osmida pel primo usò, ed in dosso magnifica cappa rossa, si prestava a quell'atto primamente agli arcivescovi poi ai vescovi ed agli abati, per indi ricevere i secolari.
Ma sino a costoro la cerimonia non giunge. Da poichè nel mentre l'abate di Bansi scendeva i due gradini del soglio, ed il principe di Benevento si appressava per profferire a sua volta quel segno di divozione al sommo pontefice, un rumore si ode nell'atrio della chiesa, e ben presto si vede entrare un cavaliere coperto tutto di acciaro, col morione in testa a buffa calata che, aprendosi ardito varco fra mezzo a tanti, passa i balaustri, ascende il soglio, e giunto innanzi ad Alessandro II, sguaina il pugnale cui punta sul destro cosciale come scettro, e la visiera si alza.
Stordito all'atto ardimentoso ognuno gli leva sopra lo sguardo. Ed ebbero a vedere un giovane di poco meno di venti anni, le labbra appena ombrate da biondi baffi, gli occhi turchini fieri e scintillanti come quelli di un rettile, la bianca carnagione infoscata dal sole, accese le gote.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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