Tu sai che Drogone succedette a Guglielmo, perchè senza prole, ed io a Drogone, perchè senza figli ancor esso. Ora io ho figliuoli. Per le nostre patrie costituzioni tu sai ancora che gli Stati del padre eredita il figlio. Ti raccomando dunque il mio figliuolo Baccelardo. Giurami, Roberto, giura al tuo fratel moribondo che tu sarai il padre di Baccelardo, che gli conserverai i conquisti di che i Normanni mi fecero capo, che lo addestrerai al governo, giuramelo sui piedi di questo Cristo che abbraccio, su quest'ostia che deve comunicarmi».
E Roberto, stendendo una mano sull'ostia e prendendo dall'altra il crocifisso, fra molte lagrime, cadendo ai piedi del letto del fratello, gridò:
«Giuro su questa santa ostia e su questo Cristo che il tuo volere sarà fatto, fratel mio caro».
»Umfredo radiò di gioia negli occhi, assunse l'ostia, e morì.
»Ora, baroni, Roberto non ha mantenuto il giuramento, e Baccelardo, il figliuolo del caro fratello suo, va ramingando di terra in terra, sprovvisto di ogni cosa, spogliato dei suoi Stati, perseguitato come il lupo, dannato a terribile morte da suo zio. Cotesto zio è Roberto Guiscardo. Giudicatelo.
- Uhm! giudicatelo! mormora l'abbate di Farfa dal fondo del suo cappuccio: e chi si incarica di eseguire la sentenza?
- Se altri manca, Dio! sclama il cancelliero del papa rizzandosi sul suo seggio.
- Proseguite le vostre accuse, signori« torvo e pensoso dice a sua volta Gisulfo »io parlerò per ultimo.
Allora dal fondo della gran sala sorge un altro cavaliere che tirandosi fino innanzi della tavola del cancelliero favella:
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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