Se non che, nel cuore della notte, quando i cittadini dormivano tutti, i Normanni scoperchiarono la bara e misero fuori compare Brado vegeto e fresco come i canonici di Cosenza, e tolsero dal fondo della cassa molte belle armi, perchè di sotto le cappe e' già vestivano cotte di maglia.
- Oh birbi, birbi, birbi! sclama qualcuno(4).
- Spogliansi perciò degli abiti da frati, continua il primo, danno di piglio ad azze, spade e picozze, e queti queti se ne vengono alle porte. Quivi si gittano su gli arcadori di guardia e gridando: viva Guiscardo e s. Gotifrido! li scannano tutti. Indi aprono le porte a quei e fuori già in pronto, e mentre coloro della fortezza si levavano a tumulto, sapendo dentro il nemico, già i Normanni occupavano i posti delle mura, e s'impadronivano del sire di Malvito.
«Voi siete uno spergiuro, grida costui a Roberto quando gli fu menato d'innanzi, siete un disleal cavaliero.
«Mai no, risponde Guiscardo; sire di Malvito, vi giurai che dimani avrei tolto il campo dalle mura, vi ho mantenuta la parola questa notte; trasferito l'ho qui dentro.
Ora, baroni, giudicate voi se Roberto non spergiurò.
- Io non me 'l credo, mormorò una cocolla, che ben poteva essere l'abate di Farfa, che i monaci addimandavano il santo, i vassalli il maledetto.
- Vi è ancora qualcuno che ha querele da produrre? dimandò il principe Gisulfo volgendosi all'adunanza.
Ed un altro cavaliero traendosi ancora innanzi favellò:
- Io. Io che vengo ad accusare Guiscardo pel più villano ed infame di quanti mai abbian preso cingolo di milizia; avvegnachè le mie parole, monsignore, dovessero toccarvi più dappresso nel cuore.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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