Così fecero. La mattina, tutte le campane di Capua suonano a festa come al giorno di Pasqua. Un drappello di giovani capuani si reca al palagio del principe, e balzatolo dal suo seggio, coi calci dell'asta sel menano innanzi fino fuori le mura della città. Allora le porte si aprono e quei di Riccardo si cacciano dentro per rompersi ad ogni maniera di libidine, di furti e di violenze.
- Gli è vero! sclama taluno; io vi ero.
- Baroni, quell'infelice principe Landolfo V sono io, soggiunse con voce articolata appena il vecchio, tremando in tutte le membra.
A questa rivelazione tutti i baroni del placito si alzano in segno di riverenza per l'infortunio, pel caduto. Ma Landulfo che nulla vede, continua:
- Baroni, per tredici anni ho condotta vita la più miserabile che fosse mai capitata a tapino. Ho veduto morire di freddo mia moglie, in una notte di gennaio, sulle scale di un monistero, arricchito da noi, e che ci rifiutò ricovero per paura di Roberto Guiscardo. Ho veduto morire di fame due figliuoli respinti da un vescovo, creato ed arricchito da noi, per paura di Roberto Guiscardo. Ho veduto trucidato mio nipote da un valvassore, che noi avevamo donato del feudo, e violate le figlie mie morir per mano di soldati che il nostro pane avevano mangiato, per tornar graditi a Roberto Guiscardo. Ho veduto in fine scomparirmi d'innanzi un ultimo figliuolo senza che mai novella me ne fosse arrivata. Solo questo cane è rimasto al principe di una dinastia che 509 anni dominò in Italia, 481 su queste contrada; ed io mi muoio.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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