Egli battezzò suo figlio col vino; ed avendo la madrina fatte osservazioni su tale sacrilegio, il priore le dà forte dell'aspersorio nella fronte(5) sì che la stramazza, ed il figliuol suo, urtando delle tempie al pavimento, ne muore. Egli avendo ricevuti due messi di papa Alessandro II, il quale lo chiamava al ravvedimento, castra atrocemente i due diaconi, e così vituperati li rimanda al pontefice.
- Infame, infame! sclama senza quasi avvedersene il cancelliero, e senza alzar la testa poggiata sul petto.
- Un santo padre della Chiesa s'era bene castrato da sè per essere più uomo di Dio! mormora un cappuccio dell'adunanza.
Il campione della Chiesa continua:
- In tutte le guerre, in tutte le avvisaglie, in tutte le cacce, in tutte le corti bandite, accompagnato da istrioni e cantatrici, da chierici e da soldati, si trova il priore Guiberto, e nel più folto sempre delle mischie, nel più osceno de' bagordi. Egli ha rapita la moglie al sire di castel la Baronia che si recava alla caccia. Egli ha spogliato ed incendiato il monistero di Carbonaro, mutilandone i frati. Egli si condusse nella chiesa di Villanova, al momento che quei canonici cantavano mattutino, ed avendo loro tronche le teste, li lasciò negli stalli coi breviari sulle mani. Egli, e cinquanta compagni vestiti da demoni, una notte nel 1065 penetrò nel monistero di Accadia, ed avendo contaminate quelle sante sorelle di Cristo le fece frustare pei chiostri, cantando: chè di chicchesia d'allora in poi e' si sarebbe burlato, perocchè aveva a cognato Gesù. Egli insomma si è bruttato di tutte le infamie, di tutti i delitti; ha maltrattati gli ecclesiastici, ha oltraggiato il papa - è un empio furibondo e matto di cui la terra non ne sostiene peggiore.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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