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      - Ai voti sia pure, esclama il principe di Salerno, mettendo pel primo a vista di tutti la sua tessera nera nell'urna ». Però, venga qual vuolsi il vostro giudizio, baroni, noi abbiamo dichiarata la guerra a questo pirata normanno ed a questo assassino priore, e speriamo, col soccorso di Dio e di s. Michele Arcangelo del Gargano, vendicare la Chiesa e gli sfortunati tutti che al pari di noi furono oltraggiati da costoro.
      I baroni intanto l'un dopo l'altro si accostavano all'urna, situata d'innanzi al cancelliero, per gittarvi il loro parere. Allora, quello stesso che aveva recata la pergamena a leggere all'abate di Cluny, avvicinandosi al tavolo, e mettendo nell'urna bianco dado, susurra all'orecchio del cancelliero:
      - Ildebrando, salvali!
      A queste parole, al suon di quella voce, all'accento commosso, alla mano tremante come un serpente se gli si fosse avventato al sembiante, il cancelliero dà un salto sul suo seggio e si alza gridando:
      - Sacrilegio, baroni, sacrilegio: una donna è in mezzo di noi.
      E nel tempo stesso, strappando, senza nulla considerare, il cappuccio che ascondeva la testa del frate, scovre giovane donna, cui somigliante niun pittore aveva saputo mai fino allora idear una madonna. I baroni, che intorno a lei avevano fatto cerchio, al vedere così angelica creatura stupefatti traggono indietro, e l'abate di Cluny sclama maravigliato:
      - Alberada! la ripudiata consorte di Guiscardo!
      Ildebrando, che con le pupille spalancate ed immobili era restato a guardarla, quasi avesse voluto in quello sguardo racchiuderla, serrarla come la mano del catalettico serra piccolo disco, divorarla con avidità di belva concitata, incenerirla, alla parola di consorte si cangia in un istante, e con la mutabilità d'istrione, assidendosi, con un sorriso mefistofelico e ghiacciato soggiunge:


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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