All'avvicinarsi dell'abate, Roberto gli fece grazioso saluto e lo invitò a sedere. Ugone si recò a baciare la mano della duchessa, e s'inchinò prima al duca poi ai baroni che così pomposa corte gli componevano. Indi presentò la lettera del papa. E Roberto la prese dalle mani di lui e la passò al vescovo di Bovino, il quale lesse a voce alta e sonora:
«Gregorio VII, Pontefice massimo, servus servorum Dei, a Roberto Guiscardo duca di Puglia, Calabria e Sicilia salute ed apostolica benedizione, se vorrà meritarsela.
«Sappiate, signore e figliuolo, che abbiamo date nostre lettere credenziali ad Ugone abate di Cluny, il quale ve le presenterà: e lo abbiamo altresì investito di poteri quanti bastano perchè voi possiate con lui trattare sovra tutte le cose che egli esporrà. E con ciò siate sicuro che noi ci obblighiamo a tener per buono e valevole qualsivoglia accordo verrà fatto tra voi, e che ci compiaceremo molto se ai nostri consigli darete fede e compimento. Vi mandiamo intanto la nostra apostolica benedizione, e vi esortiamo a rendervene sempre più degno per l'avvenire».
Datum Romæ, sub annulo piscatoris, Postridie nonas iunii anni MLXXV.
- Bene sta, ser abate, disse Roberto, vi riconosciamo per legato del pontefice, ed investito di tutte facoltà di trattar con noi. Ma, se Dio vi guarda, messere, noi non sappiamo di che cosa voi venghiate ad interessarci per parte del santo pontefice.
- Sono bene per dirvelo, messer duca, risponde Ugone, dove vogliate usarmi la cortesia di ascoltare.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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