E quando, col favore di monsignor Gesù Cristo e del santo barone del Gargano - cui facciam voto di offrire due candellieri d'oro del peso di venti libre - quando abbiamo presa la città, questa sarà data prima per otto giorni a saccheggiare ai soldati, poi bruciata tutta, ed il suo suolo arato e seminato di sale. I cittadini verranno lasciati alla taglia ed alla libidine dei soldati in loro piena discrezione di ucciderli o farli schiavi, di tenerli seco o venderli ai corsari di Africa. Il principe Gisulfo infine, e coloro della sua corte e della sua famiglia, a noi arrendendosi, saranno mandati a purgare le loro peccata in qualche chiostro; togliendo noi la città di assalto, verranno tutti sgozzati come animali immondi, ed appesi dai piedi ai residui merli delle mura. Questo è il pensamento che noi facciamo sulla città di Salerno, sui suoi abitanti, e sul suo principe, madonna.
- Della città e dei cittadini farete come vi aggrada, sclama superbamente Sigelgaita: il suo principe poi, messer duca, sa bene come i principi disgraziati debbano morire per non cadere in mano dei loro nemici. Se egli l'obliasse, io provvederei; e voi, monsignore, voi non potreste che insultare il suo cadavere - se io non fossi.
- Tanto meglio per lui e per la sua fama« risponde Roberto trascuratamente. »L'ultimo articolo infine che aggiungerete, monsignor di Bovino, gli è che, innanzi tratto, affinchè non fossero di modo alcuno trafugati o nascosti, vogliamo a noi consegnati gli oggetti di oro e di argento ed ogni maniera di pietre preziose che nella città si trovano, onde compensare gl'interessi degli Amalfitani nostri alleati, pagare delle spese della guerra il principe di Capua ed il priore di Lacedonia, ed i soldati soddisfare.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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