Questa è la volontà assoluta ed irrevocabile di Roberto, duca di Puglia, di Calabria e di Sicilia.
- Monsignore, mormora dimessamente l'abate di Cluny, io non saprei con questi patti quali accordi potessi ottenere.
- Peggio per voi, messere. Non pigliate equivoco però sulle parole, perchè noi non diamo, nè dimandiamo accomodamenti, ma leggi - e leggi quali più umane possono dettare i vincitori ai vinti.
- A questo stremo non è ancor giunto mio fratello, messer duca, ripete disdegnosa Sigelgaita.
- Se non vi è giunto vi giungerà, risponde Roberto pieno di calma. Gli è per questo che vorreste dormire meno placidamente le vostre notti, madonna, e lasciare ad arrugginire la vostra spada nel fodero?
La duchessa tacque, ma i suoi sguardi scintillavano come quelli della tigre.
Rispose l'abate di Cluny:
- Ci siamo intesi, monsignore. Io mi reco nella città e spero condurre le cose a quel termine che debba soddisfare tutti. Solamente prego vostra grandezza di accordarmi di poi un momento di colloquio segreto, di cui forse abbisognerò, per favori di che io, abate di Cluny, debbo particolarmente supplicarvi.
- Il vostro volere si farà.
E sì dicendo il duca si alzava, e il parlamento finiva.
IV.
Tebani, ei grida in suon tremendo, Argivi,
Dal reo furor cessate. Armati in campoProdighi a nostro pro del sangue vostro
Scendeste voi: fine alla pugna ingiustaPorrem noi stessi, in faccia vostra, in questo
Campo di morte.
ALFIERI - Polinice.
Io non saprei propriamente dire di quale piglio l'iracondo e superbo principe Gisulfo accogliesse le dure proposizioni del duca Roberto.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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