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      - Vale a dire? dimanda Gisulfo.
      - Vale a dire che, in lizza chiusa, uno o più campioni longobardi contro uno o più campioni normanni definissero la bisogna. Se i Normanni avessero la fortuna di vincere, la città sarebbe loro consegnata, senza più armeggiare, nella maniera stessa che se l'avessero levata di assalto: se vincessero i Longobardi, come io ho fiducia nella misericordia dei santi, l'assedio sarebbe tolto e tutto restituito alla calma prima che tra la grandezza vostra ed il duca Roberto esisteva. E con tal fatto gran numero di vite sarebbe risparmato(9), la città non manomessa, e forse tutto alla meglio aggiustato.
      - Il consiglio è più da cristiano che da guerriero. Mi piace però, sebbene nessun riguardo dovrei usare a cittadini vigliacchi, i quali le loro sostanze e le loro vite non sanno tutelare. Pure non sono alieno dall'assentirvi. Cosa dunque ne pensate voi miei baroni?
      Ed un giovane, uscendo dal gruppo dei cortigiani e capitani di Gisulfo, parlò:
      - Monsignore, con la permissione vostra e dei bravi signori che mi ascoltano, io porto avviso che e' sarebbe meglio domandar prima come di tal proposta intenda Roberto Guiscardo.
      - Bene detto, principe Baccelardo, risponde Gisulfo. Ritornate dunque al campo del Guiscardo, messer abate, e se mai consente che la guerra termini per un duello, mandi qui qualche suo cavaliere a distendere protocollo dei patti. Il qual cavaliere sarà da lui approvigionato di poteri pieni per tutto regolare senza ulteriormente consultarlo.
      - Parto al momento, monsignore, risponde l'abate.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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