Il priore di Lacedonia, avvegnachè la sua missione fosse compiuta, non tornò al campo: sia perchè fosse vago di assistere a quel saggio di vigoria - ed al principe Gisulfo non dispiaceva che sì forte ed inteso guerriero dell'oste contraria vedesse un po' quali uomini essi avessero ad affrontare, e se non giungesse fino a paventarli li ammirasse - sia perchè sotto il cappuccio di uno dei legati a Guiberto era sembrato di scorgere alcuni tratti che ad Alberada somigliavano. Restò quindi, proponendosi recar domani a Guiscardo, in una col protocollo dei patti, il nome del campione.
V.
ATAL.
Ah! je suis de son sort moins instruite que vousCette esclave le sait.
ACOMAT.
Crains mon juste courroux,
Malheureuse; réponds.
RACINE - Bajazet.
Nel punto stesso furono ordinati i preparativi della lizza: e perchè i patti della tregua erano stati soscritti, molti famigliari uscirono dalla città per provvedere di oggetti opportuni comandati dai loro padroni. La quale tregua giovò altresì a Gisulfo onde far provigioni per degnamente ospitare i legati del pontefice, cosa che non si sarebbe per fermo potuto fare, se la cinta dei soldati normanni durava. Perocchè lo stremo dei viveri nella città toccava il colmo, e medesimamente la moria dei cittadini. E Gisulfo avrebbe tolto invece cedere la piazza che malamente accogliere gli ospiti suoi, segnatamente poi che e' conoscevasi da tutti quanto l'abate di Cluny fosse amico delle brigate gioiose e morbinoso in fatto di desinari.
Si trascorse dunque lietamente la sera, fra i vini di Diamante e di Sant'Eufemia e fra gli ambrati moscadi di Trani, che allora, com'oggi, formavano la delizia dei bevoni.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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