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      Si spinge perciò giù nel fondo del fiume, afferra l'imperatore dalla gorgiera, e facendo forza di braccia per sotto la corrente stessa, lo tragge all'altra riva. Un grido di giubilo metton tutti i cortigiani del marchese e di Enrico; niuno però si avventura tampoco al valico. Così che dall'una sponda stavasi tutto il numeroso seguito dei due principi, dall'altra Goccelino che si teneva l'imperadore del capo giù sulle ginocchia onde fargli vomitar l'acqua, e richiamarlo in sè. Non passa guari in fatti che Enrico rinviene. Il suo primo sguardo cade su i pavidi suoi vassalli, l'altro sull'ardito giovane, che, col capo scoverto ed il ginocchio a terra, diceva:
      - Perdonate, sire, se ho posta audacemente la mano sul corpo dell'altezza vostra. Consentiamo tutti che foste Alessandro Magno nel campo, ma non sapremmo condonarvi che così giovane vogliate morire affogato come lui.
      - Bravo! sclama Baccelardo, le parole non furono meno belle dell'azione.
      - Sicuro! ed Enrico III, che anima nobilissima e generosa aveva, lo guarda un momento, indi l'alza, e ponendogli famigliarmente la mano sulla spalla, gli dice:
      - Cavaliere! va pure superbo di aver salvata la vita ad Enrico III. Non vogliam noi togliere giovane tanto prezioso e fedele al marchese Goffredo nostro parente: ma se nulla mai potessimo fare per te in qualunque tempo - perchè noi ne lasceremo altresì memoria nel nostro testamento - per la beata vergine di Goslar! non devi che dire una parola sola, e chiedessi tu il più bello dei nostri feudi imperiali, ti sarà accordato sul fatto.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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