Viaggiava solo, fosco come il turbine, furibondo come il tigre. Egli fece periglioso e stentato viaggio, scavalcò montagne di nevi eterne, valicò fiumi terribili, affrontò uragani, fame, incontro di belve feroci; e sempre in una tetra tensione di spirito, superò tutto, e giunse al monistero di Cluny. Non si nomò Chiese di Cuno suo fratello; ma questi era assente. Intanto gli fu proferta ospitalità se volesse attenderlo.
- Starà lungi molti dì? dimandò.
- Verrà stasera, gli risponde il frate portinaio, forse domani. Certo non tarderà guari, perchè deve ricevere il voto di certi novizi che debbono far professione, Kirie eleison! E siccome l'abate è a Goslar con l'imperatore Enrico, il padre priore farà la funzione, Christe eleison! Potete dunque attendere, ser cavaliere, se avete voglia del riverendo priore, e gustare un gocciolo, Kirie eleison! che il cellario può offrirvi buono come in ogni altro castello di barone. Kirie eleison! Christe eleison!
- Avete detto che torna domani? replica Goccelino.
- Cosa avete, ser cavaliere? chiede inquieto il portinaio, vi sentireste forse male? Kirie eleison! Gli è pur vero che il padre priore con reliquie ed agnus dei, con miracoli e senza guarisce infermi, Christe eleison! ma evvi ancora il vecchio padre Adalberto che.....
- Addio, frate, grida l'altro, e volgegli il dorso.
- Goccelino scomparve. Il portinaio allampanato gli tiene dietro dell'occhio; infine si segna di croce e sclama:
- Gran peccatore dovrà essere colui che per fermo veniva a confessarsi al priore.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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