Fu l'opera di un baleno. Il povero cenobita manda un grido e cade supino. A questa vista, Goccelino anch'esso si dà un colpo di mano sulla fronte: poi come un fulmine passa per mezzo della gente atterrita, risale il cavallo che gli teneva lesto un pitocco dietro il sagrato, e scompare. Non era stato il priore che egli aveva ucciso.
- E chi dunque? dimanda la principessa di Salerno.
- Ma! un altro povero disgraziato di monaco, il quale aveva preso il luogo di lui, ambasciato da febbre urente e trattenuto a letto.
- Demonio di un giovane! sclama l'arcivescovo di Salerno. Enceladus jaculatar audax!
- Proprio un demonio, risponde l'abate, se vuolsi considerare l'arditezza; ma buono quanto altri mai nel cuore. In effetti, figuratevi se poche volte egli avesse versato il sangue sul campo di battaglia! Eppure, il sangue di quell'innocente, sparso nel santuario del Signore, pesò sull'anima dell'omicida come sull'anima di Caino pesava quello del fratello. Egli erra qualche tempo alla ventura per la Francia, ritorna nell'Italia, visita santuari, fa voti, cinge un cilizio, si confessa con un santo. Ma vanamente, perocchè la pallida spaventata faccia di quel frate gli stava sempre presente, sentiva sempre alle spalle la voce di Dio che l'inseguiva gridando: omicida! omicida!! Inoltre il padre di Bertradina ed il marchese di Toscana avevano messa taglia alla sua testa, ed ei si vedeva perseguitato da tutti - dall'ira degli uomini, cui temeva la meno, e dal castigo del cielo. Così che si decide andare in pellegrinaggio a Gerusalemme.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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