- Il resto si prevede, dice Baccelardo,
- Ahimè, troppo, continua l'abate. La giovinetta passava lunghe ore al governo dell'infermo, il quale, cominciandosi a riavere, raccontava maravigliose storie di terra santa, e la pietosa iliade dei suoi viaggi. Bella, ingenua, vereconda, lo ascoltava quella fanciulla, e sovente versava lagrime di pietà. Dio la benedica. Dio conforti lunghi anni quella pia, che io ebbi ventura conoscere ai suoi giorni felici! Ah! non mai resterò dal piangere l'involontario male che io le feci.
- Era dessa bella? domanda la principessa.
- Ah, madonna, figuratevi che brillava come la stella del mattino. Toccava appena la più fresca giovinezza, e nell'aria infantile del sembiante le traspariva tale immaculato candore che inspirava nel tempo stesso confidenza e venerazione religiosa. Ad una statura vantaggiosa e svelta, talchè un cantore la pareggiò un dì ai cedri del Libano di Salomone ed alla regina Saba, accoppiava un profilo purissimo ed una carnagione bianca per modo che le venuzze cerulee del seno vi si disegnavano sopra pallidamente. Il corruscare dello sguardo ceruleo splendeva come i fuochi dell'opala, segnatamente quando guardava alcuno dell'abituale sua benevolenza, lo che le dava qualche cosa di non terreno, come quelle apparizioni di anime celesti di cui si racconta nelle leggende, ovvero di quelle fate che proteggono le difficili avventure di un paladino, come nei circoli della sera sogliamo udire a narrare dai menestrieri. Non dico nulla poi della soave melode della voce e della parola cortese che perenne le volava dalle labbra.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Baccelardo Libano Salomone Saba
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