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      Solo spiccatamente risaltavano in quel deforme capo due occhi turchini, che vibranti e lucidi, quasi due fiaccole nel fondo di buia caverna, rutilavano nell'orbita; poi i denti bianchissimi che guarnivano una bocca, la quale fendeva la testa orizzontalmente in due parti disuguali. Perocchè, tutto al rovescio degli altri uomini, costui aveva corta altrettanto la metà del volto dalla bocca alla fronte che lunga dalla bocca al mento.
      Ei vestiva un giubbetto di cuoio di bufalo bollito, dall'attrito raspato il pelo, dall'orgia e dall'incuria maculato in guisa da sembrare screziato come il manto della tigre. Poi un paio di brache, anche di cuoio di bufalo rattoppate di fresco a pelle di capra non rasa dei peli. Alla cintura non portava arma, tranne il pugnale.
      Costui era Laidulfo lo Zanni.
      Laidulfo aveva veduto il prodigioso colpo di Baccelardo, ed il toro atterrato. E' si lascia scorrere, della testa in giù, lungo uno staggio che serviva da pilastro alla tribuna, e come un gatto salta nello steccato. Ognuno pensò che, se colui non fosse(13) davvero il diavolo, non poteva mancar di essere per fermo una belva che si avventava alla bestia uccisa per divorarla. Imperciocchè Laidulfo in due salti è sul toro, ed afferratolo dai piedi, con gioia feroce comincia a trascinarlo per la lizza. E' lo trasse fin presso la porta di rincontro ai giudici. Dove essendo giunto, con ambo le mani apprese ai piedi di dietro, sale sul parapetto di difesa che circondava il recinto, solleva di terra la smisurata bestia, e principia a dondolarla, a guisa di campana, a dritta ed a mancina.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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