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      Indicibile fu perciò la sua disperazione quando udì che il presidio aveva menato via Baccelardo onde andare ad affrontare i Normanni laggiù nella città. Il tradimento da lui progettato gli tornava fatale anche per questo verso. Bestemmia, si dispera; però non gli resta meglio che implorare la pietà del vincitore. Laonde manda i due legati a supplicare Roberto affinchè volesse, se non altro, accordare la libertà sì a lui che alla sua famiglia, e lasciar loro la vita, perchè si sarebbero resi sul momento.
      Alberada e l'abate vennero al padiglione di Roberto. Questi si era fatto condurre negli accampamenti per medicare la ferita. Giunto nel vestibolo della tenda, l'abate si volge ad Alberada e le dice:
      - Madonna, vi ricordo ch'egli è omai tempo di mandare a compimento le commissioni che la beatitudine di papa Gregorio vi dava.
      Ed Alberada a lui:
      - Messer abate, la beatitudine di papa Gregorio è un infame. Ildebrando mi tendeva laccio codardo, che Iddio nella sua immensa misericordia ebbe pietà di farmi alfine comprendere, e cavarmi dal precipitar nel delitto. Questo sappiatevi, messer abate, e non cercate di penetrar oltre in tanto scellerato viluppo.
      Ugone sospira nè dice altro. Dopo di che Alberada si tira il capperuccio fino agli occhi, ed entrano nella tenda.
      Trovarono Roberto attorniato dai suoi fedeli, da parecchi conti e baroni, da Sigelgaita e da Boemondo che avevano assistito alla medicazione della profonda ma non pericolosa piaga. Come il duca li vide, comprese subito di che si trattasse.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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