Per lo che, dirigendosi generosamente a sua moglie, le ordina:
- Madonna, vogliate avere la cortesia di dare udienza ai messi di vostro fratello, che certo di qualche cosa manda a noi a raccomandarsi.
Sigelgaita allora si rivolge ai legati e sclama:
- Favellate, messeri, chè la volontà di nostro fratello sarà fatta.
- Egli non vi sarà di molta molestia, madonna, risponde tristamente l'abate. Lo sventurato principe Gisulfo promette cedere la rocca, dove che a lui si conceda la vita e la libertà, unitamente ai membri della sua famiglia.
- E non altro? dimanda Sigelgaita.
- Non altro, madonna, conoscendo egli il suo torto, e come duramente col duca Roberto si sia comportato. Vogliate perciò usargli cortesia di non negargli così tenue grazia, in mercè del castello che consente di aprirvi senza colpo ferire.
- Il suo piacere sarà fatto, riprende Sigelgaita. E perchè il rendere la casa dei padri suoi gli torni men aspro, io medesima mi reco a pigliarne possedimento.
- Delicata idea! sclama l'abate, e basterebbe essa sola, madonna, se vi mancassero le grazie ed il valore, per allogarvi fra le più nobili dame d'Italia.
Sigelgaita esce, e l'abate, dopo alquanto di silenzio, rivoltosi a Roberto dimanda:
- Non vorreste, monsignore, accordarmi adesso l'onore di favellarvi breve tratto in segreto?
- Sì bene, risponde Roberto; traetevi altrove, signori - e tu altresì, Boemondo, col molto riverendo padre che accompagna l'abate.
Boemondo ed Alberada si ritirano allora in uno scompartimento della tenda, attiguo a quello dove Ugone e Roberto dovevano favellare - e non saprei dirvi quanto Alberada ne fosse contenta.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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