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      E' dette uno sguardo alle cagioni che tante miserie producevano; e lungi dal trovarle nell'ambizione dei sacerdoti, i quali non solo non sapevano rifiutare, ma sollecitavano dignità che solamente ai laici addicevansi, le trovò nelle investiture che questi ne davano - vale a dire nella forma non nella cosa in sè stessa. Infine e' guardò la catena delle subordinazioni sociali, e vide che la tiara dipendeva dalla corona, la Chiesa dall'Impero, l'Italia dalla Germania. Tale andamento nelle costituzioni del mondo a quest'uomo non talentò.
      E quest'uomo era Ildebrando.
      Egli trovava nella Società qualche cosa di abnorme. Vedeva che la forza dominava la ragione, la carne lo spirito. Sentiva un germe di corruzione minare le fondamenta di ogni legge morale e civile. Comprendeva bene questo veleno disorganizzante partire dal pontefice; ma non voleva persuadersi ciò dipendere dal falsar questi i principii del suo ministero; dall'attribuirsi dritti che cozzavano con la santità della carica; commettere opere ed attentati sacrileghi; ambire a poteri illeciti e non consentiti da tutti gli ordini sociali. Non voleva persuadersene Ildebrando, per sostenere che la dipendenza dall'Impero trascinava il pontefice all'enormità dei delitti; che le investiture dei feudi corrompevano gli ecclesiastici. Lungi dunque dal vietare a costoro di accettare più feudi, chè non l'avrebbero obbedito, lungi dal ritornare il papa ai primitivi doveri di sacerdote, senza competenza nelle bisogne secolaresche, concepì il progetto ardimentoso di crollare l'intiero sistema sociale, le costituzioni dell'impero, le leggi dei feudi, e creare un nuovo mondo tutto subordinato ad un potere teocratico, sollevare l'altare sul trono, il pastorale sullo scettro, l'Italia a Lamagna sottrarre, il papa trasformare in monarca.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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