Il cardinale Ugo Candido, uomo dottissimo ma ecclesiastico come tutti quelli d'allora, vale a dire punticcio in fatto di donneare, ed inoltre superbo e violento, guarda il pontefice di maniera corrucciata, poi facendo un passo indietro ed un gesto di disdegno, soggiunge:
- Mi ritiro, santo padre: ma vi ricordo che Ildebrando non mi parḷ coś il giorno che mi sedusse, e lo feci mutare in Gregorio VII.
E Gregorio perdette un altro amico.
Il camerario fa noto poscia al pontefice che Costantino, arcivescovo di Torres, legato nella Sardegna, dimandava anch'esso inchinarlo. Gregorio ordiṇ che entrasse.
- Santo padre« dice l'arcivescovo », ho recate le vostre parole e le vostre lettere ai Giudici della Sardegna, i quali meglio se ne chiamerebbero i re. Le(16) mie persuasioni ho aggiunte per piegarli a riconoscere la loro isola quale immediato dominio della santa sede e feudo antico della Chiesa. Ma essi mi hanno dato sulla voce, han gridato all'insidia, e mi han cacciato dal paese, covrendomi di vituperi.
Gregorio resta ancora un momento a considerare, poi risponde freddamente e secco, senza di alcun modo spiegare il suo pensamento:
- Ritiratevi.
Il camerario annunzia Umberto, vescovo di Lione, commissario ponteficio nella Francia.
- Santo padre« parla il vescovo », ricevuta la vostra lettera e la bolla pei vescovi della Francia, mi son condotto a quelli di Reims, di Sens, di Bourges e di Chartres onde partecipar loro le minacce di vostra beatitudine, ed esortarli a lasciare gl'impuri traffichi ed i baratti illeciti, e vivere da sacerdoti anzi che da soldati e cacciatori nelle crapule e nelle orgie.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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