È però a tempo a gridare al suo cavallo: Quieto Licht! Perchè questo, vedutosi pigliar dalla briglia, già sbruffando schiuma ed arroventando gli occhi, si alzava sulle zampe di dietro per cacciarsi sotto quelle briose creature. Alla voce del padrone il cavallo si assoda, e quelle fanciulle, che dalla paura si erano sbrancate, si arrotano novellamente a lui, ed azzeccandosegli alla persona, ripetono:
- Ma non sareste voi per avventura un buffone, o signore?
- Il diavolo che vi porti, quelle pettegole!
- Non sareste voi per sorte un suonator di ribeba, un suonator di cornamusa, un istrione, un menestriere?
- Io non son niente di tutto codesto. Apritemi il varco ed andate all'inferno.
- Allora venite, venite chiunque voi siate. Racconterete i vostri viaggi, una storia di paladini o di maghi, una storia dell'orco e delle streghe di Benevento: venite a rallegrar monsignore - venite, damigello.
- Io non so nulla di codeste storie, le mie donnine! Che streghe, che paladini? Io sono un povero cavaliero, ed ecco tutto.
- Da bravo - venite dunque, bel cavaliere, venite alla cena di monsignore.
- Ma al nome di Dio!« sclama Baccelardo »non sareste voi per avventura delle fate che vorreste condurmi in un castello incantato, o spiriti maligni che, contraffatti in sembianze tanto venuste, ambireste tirarmi in trappole infernali per caparrarvi l'anima mia?
Quelle ragazze, ad uno scongiuro così peritoso, scoppiano in iscroscio di riso più pazzo ancora, e facendogli in certo modo violenza, se lo menano gridando:
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Quieto Licht Benevento Dio Baccelardo
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