Allora il maestro delle cucine venne ad annunziare al maggiordomo delle credenze che tutto era all'ordine sicchè potevasi cornar l'acqua. E questi, che fino allora si era tenuto impiedi al capo della tavola per far tutto disporre, dopo aver lento lento girato intorno e veduto che ogni cosa andava appuntino, pone mano allo zufoletto di avorio appeso al collo e suona. I valletti dispersi nel padiglione per ordinare il bisognevole dell'alloggiamento accorrono subito e si attelano ai lati della tavola. E come si furono disposti, il maggiordomo suona lo zufoletto di nuovo, e due araldi, sollevando una cortina di velluto a stemmi, che faceva da portiera, gridano:
- Castellani, leudi e baroni, fate riverenza a monsignor arcivescovo di Ravenna.
Ed i cavalieri e gli ecclesiastici, schierati in due file, lo salutano profondamente. Indi i valletti tolgono le brocche ed i bacini d'argento dalle credenze e danno l'acqua alle mani. Dopo ciò, ciascuno si siede al suo posto. Ora, quale non fu la sorpresa di Baccelardo quando, al lume sfolgoreggiante degli odorati doppieri, in quel possente principe riconosce Guiberto, il priore di Nostradonna di Lacedonia? Stette lì lì per darsi a conoscere. E forse l'avrebbe fatto, se non si fosse avveduto che Guiberto, sedendogli di fronte, aveva dovuto già ravvisarlo.
Intanto si comincia il lauto banchetto. Io non lo descriverò per minuto, perchè fastidioso ai miei leggitori potrebbe tornare altrettanto che ai commensali dell'arcivescovo tornava saporito. Ricche, squisite, profuse furono le dapi, stupendi i liquori.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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