Pagina (185/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      San Gaudioso se ne avvide egli pure, e temendo che l'orgia non si fosse prolungata come di consueto nella profusione e nel brio, per rinfocolar l'energia, con la voce la più scordata e la più slegata possibile, biascicando ancora alcun poco le parole, intuonò la vecchia canzone
     
      Voglio bermi sei botti di vino,
      Vo' crepare alla barba del mondo:
      Io mi sento girar tondo tondo,
      Eligetta, sostienimi un po'.
      Te lo giuro, mia vecchia sgualdrina,
      Te Io giuro per San Sigismondo!
      Che te penso da notte a mattino,
      Per te brucio, te sola amerò;
      Io mi sento girar tondo tondo,
      Eligetta, sostienimi un po'.
     
      Un urlo prolungato di fischi e di applausi, un diluvio di scappellotti e di pezzi dì pane e di frantumi di ossa piovono sul capo spelato dello sciagurato pievano. Ma egli non ne cura più che tanto; imperciocchè a quel baccano l'arcivescovo si riscuote, e, come si svegliasse da sonno profondo, sì passa la mano tra i lucidi capelli acconciati a guisa di torre, ed un denso sprazzo di profumi ne sorvola. Indi si volge ad alcuni di quegli ingordi giullari che del viso bisunto e la bocca ripiena a metà di cibi si rimbeccavano insolenze e scurrilità, ed ordina:
      - Andiamo: una Tenzone.
      E subitamente escono dal crocchio due di quella genia. L'un d'essi aveva il destro lato della persona un buon quarto più corto del sinistro, sì che sembrava piegato a mezzo cerchio; l'altro non aveva quasi mento, e la fronte così schiacciata che dal vertice della testa alla punta del naso formava un piano inclinato come il dorso di una montagna; ond'è che per vezzo lo chiamavano Pietro dal naso corto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Gaudioso San Sigismondo Tenzone Pietro