Stolto! Quis contra Deus? Tu l'hai detto e la tua parola è infallibile. Io cammino sulle tue vie, o Signore. Ho commosso il mondo facendogli sentire il vigore delle tue leggi, perchè il mondo viveva sotto il dominio di Satana; perchè il mondo adorava idolo falso; perchè riconosceva e venerava altro potere fuori di quello del tuo luogotenente; perchè altri davano leggi fuori di costui, e davano leggi che giungevano ad insultarlo, a pigliarsi gabbo di lui. Signore, non far trionfare i tuoi nemici. La mia carne, la mia ragione si conturberebbero. Potrei dire nel dolore: non est Deus! I miei principii sono i tuoi; le mie glorie saranno le tue. Se io soccombo, l'amaritudine mi ucciderà, ma tu soccomberai con me; ed i popoli correranno senza legge e senza lume. Sorgi, Signore, ed i tuoi nemici più non saranno. Io mi sono rassegnato, mi sono rassegnato a tutto, ma non mi acqueterò mai, o Signore, finchè non mi sarò vendicato ed avrò stritolati come cenere i tre perversi che contro me e contro te hanno sollevata la cervice. Io li commetto all'ira tua - ramméntati, Signore, di Roberto Guiscardo, di Enrico di Germania e di Guiberto. Distruggiamoli. Sottragghiamo Italia al dispotismo straniero. Il sire d'Italia siamo noi.
Indi e' tolse alcun cibo, e si mise a scrivere di quelle potenti sue lettere, sia per edificare qualche fedele, sia per atterrire qualche ribelle, sia per consolare qualche popolo, o per esortare i vacillanti - lettere esuberanti di apostolica carità, di severo sdegno contro il vizio, di dolcezza e di mansuetudine, lettere che lusingano tutte le vanità dei potenti, che li richiamano a dovere, che la superiorità della Chiesa sull'universo portano impressa ad ogni linea; ma nelle quali non si trova nè l'Ildebrando della storia, nè il Gregorio.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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