Ed era intento a questi studii, quando ode le campane di Roma che invitavano alla chiesa i fedeli per la celebrazione delle funzioni del Natale. Allora Ildebrando mette tutto da parte ed avviluppatosi in bianco mantello, alla chiesa di Santa Maria Maggiore si avvia accompagnato dai prelati della sua corte.
Era una notte orribile. La grandine, il vento, i lampi, atterrivano; le strade erano ghiacciate; mettevano i passaggieri in pericolo di sdrucciolo. Un buio fitto e denso, un muggito sordo e lontano di tuono; ed in mezzo a tutto quel corruccio della natura, la squilla prolungata della campana, più argentina, più malinconica. Pochissima gente però si era avvisata di lasciare i riscaldati ricoveri, e recarsi a laudare il Signore che nasceva. Massimamente perchè, in quel parteggiare di cittadini ed accanire di fazioni, non mancava mai alcun tumulto, delle battacchiate sovente, sovente delle uccisioni. Così che parte pei ghiacciori, parte pel buio, parte infine pel tumultuare dei violenti, si tennero a casa sicuri, ed i tempii lasciarono deserti. Ma di gente non mancava a Santa Maria Maggiore, dove sapevasi che il papa si sarebbe condotto ad uffiziare. Infatti Gregorio, che non temeva nè il broncio degli uomini nè quello della natura, anzi provava solletico a bravarli, dalla porta della chiesa profusamente illuminata intravide molta gente già dentro, molt'altra affollarvisi. Avvenne però che in quella calca, sul mettere il piede alla soglia, una giovinetta gli si facesse avanti, e cacciatasi ardimentosa fin presso la sua persona:
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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