E queste ed altre memorie soavissime, impadronendosi del cuore di Guiberto, lo lacerano, lo commuovono, lo vincono. Guiberto domina l'arcivescovo; il fratello prende la mano sul nemico. Laonde perdendo di vista il pontefice per ricordarsi d'Ildebrando il figliuolo di Bonizone, si gitta addosso un mantello velocemente ed alla chiesa di Santa Maria Maggiore corre.
Ah! perchè Gregorio non si compunse alla voce del fratello, che generoso lo andava a salvare dagli assassini! Ma Gregorio non mutava di propositi. Gregorio aveva sterile l'anima, il cuore freddo, il carattere orgoglioso e caparbio; Gregorio vituperava le blandizie delle umane passioni. Il suo ghiaccio rivoltò Guiberto; la sua durezza inviperì l'arcivescovo.
I congiurati si trascinavano dunque Ildebrando, ed egli, dopo un tratto di sbalordimento, a passi lenti li seguiva.
Ma ecco che la voce per Roma si sparge dell'assassinio e del ratto del pontefice. Ecco che i partigiani di Gregorio si destano; che tutti i cuori si spetrano; che tutte le voci si sciolgono. Ecco che le opere ed i disegni di Gregorio si cominciano a commentare. Si mettono a luce le sue generose azioni, la sua carità verso i poveri, il suo disinteresse, la sua pura morale. Ecco che gli stessi nemici cominciano a magnificare la sua persona, strano misto di vizii e virtù opposte, a paragonarlo ai vituperevoli pontefici trascorsi, lerciati di ogni laidezza, a sentire la nobiltà dell'idea di riscattare gli oppressi, di tornar Roma regina dell'universo. Ed un rumor crescente si sparge per Roma.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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