Levati dunque, o ti accoppo con le mie chiavi.
- Senti, sguaiato rinnegato di s. Pietro, replicava la Sine labe, se capiti un giorno alla taverna, quando mi danza pel capo un gotto di quel di Borgogna, ti voglio torcere il collo come un cappone. Intendi? brutto ceffo di maniscalco.
- Ecco la pił male educata Vergine Maria che io mi abbia veduta in mia vita! tutto peritoso e maravigliato sclamava Carlomagno. Ma insomma che si fa?
- Si fa, si fa, che se non mi liberate le falde di questi cenci, cui mi avete cuciti addosso, io ve lo lascio cader qui nel fango il vostro Gesł bambino, e ve lo prenderete inzaccherato come un monello. Gią mi manca il respiro. E ti assicuro, per tutti i martiri, che val meglio fare il mestiere di vinaiuolo che della beatissima Vergine.
- Largo, largo a monsignore il vescovo che si ha adattate una coppia di orecchie men lunghe delle sue.
- Monsignore s'intende meglio in adattar corna che orecchie. Vedete lą i suoi palafrenieri come li ha tutti conci da buoi!
- Fate riverenza al pievano di Sant'Udda, che ha pił cervello negli usatti che nella testa, come ha dimostrato nell'ultima sua omelia sul peccato della gola.
- Magnifica omelia, commentata dal pił pingue asciolvere che abbia mai fatto crepar d'indigestione un abate!
- Non č vero, ser pievano?
/* - Olą, canaglia, indietro, e attenti a me: Io sono Marco Tullio Cicerone! Estraggo i denti; taglio l'unghie ai pič; Ed abolisco i ricchi e la ragione: Ma perchč non vi manchino i flagelli, Vi do i preti, le pulci ed i bargelli.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Sine Borgogna Vergine Maria Carlomagno Gesł Vergine Sant'Udda Marco Tullio Cicerone Estraggo
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