Scostatevi, bestie e buffoni. Passate, molto ubbriachi messeri, passate.
Due vicari del Papa dei Becchi entrarono in fatti dietro a Baccelardo; e vi si sarebbe precipitata appresso tutta la folla che intendeva ad allagare il castello, se coi calci dell'aste le barbute del duca non l'avessero mandata indietro. I vicarii però vennero nella sala dove il duca, vestito degli abiti reali, sedeva sur un trono attorniato da conti e da baroni, e gli presentarono una pergamena, perfettamente insudiciata di untume. Il priore Liemaro, cancelliere di Rodolfo, la prese e lesse:
«Ingolfo, Papa Cornardorum et Incornardorum di qualunque nazione e generazione siano o saranno, al diletto nostro figliuolo naturale ed illegittimo Rodolfo, duca di Svevia e sire di Arles e di Zurigo, salute con benedizione della mano sinistra.
«La tua tal quale vita e santa riputazione di buoni servigii nel commentare il mandato del Signore crescete et multiplicate, e per ciò che abbiam fiducia che farai, secondo l'indole della giovinezza e sapienza tua, negli atti dei becchi, ci hanno indotto a conferirti la prolifica dignità di nostro cardinale, onde sappia il mondo che noi siamo Pietro e che su questa pietra posa la felicità e la dovizia dei mariti tolleranti e dei buoni figliuoli. Per lo che comandiamo a nostri amici, inimici e benefattori, i quali di questa vita passeranno o dovranno passare, che ti abbiano a riconoscere come operoso cardinale di nostra chiesa, e ti abbiano ad allogare, stabilire, installare ed investire con cori, corni, cetere, organi e cembali scordati e bene sonanti nel pieno possedimento dei dritti e delle dignità alla tua carica connesse, e farti rallegrare e godere di quante libertà e franchigie ai nostri rassegnati e gaudiosi sudditi accordammo.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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