- Ecce polo dimissa solo.
E senza aspettare ulteriori domande, nč rischiarare la sua risposta, volge le spalle e si ritira vicino la fornace. Il papa fa un moto d'impazienza e dice:
- Ho capito, l'č epidemia! Vediamo dunque se la Sibilla sia pių ciarliera. Ma, scommetto, che neppure codesta pettegola saprā cavarsene nette le mani, e sarā parca di parole. Andiamo, via in nome di Dio! chiamateci su quella sgualdrina.
E gli araldi gridano alla porta:
- Tu Sybilla, vates illa.
Una viragine dagli occhi scintillanti, pallide le guance, i capelli rossi scarmigliati e sciupata tutta nei panni, viene fuori furibonda. Ella batte forte dei piedi al suolo, si contorce, digrigna, poi con voce ammezzata e sorda, evocata dal fondo del petto come dall'imo di caverna, pronunzia:
Quando le rocce grondan sudoreViene il giudizio, viene il Signore:
Ma infallibile segno poi sarā
Costanza in donna e in frate castitā.
- Almeno costei ha detto qualche cosa, sclama il papa dei becchi dietro alla Sibilla che si ritirava cogli altri. A quanto pare dunque codesto giudizio č ancora assai lontano, se i suoi segni sono infallibili. Conchiudiamo la storia e venga Nabuccodonosor.
Nabuccodonosor si presenta. Vestiva da re, con guazzeroni di damasco porporino orlati di orpelli e sopraccarico di nappe e fimbrie come un buffone, una corona di cartone in testa, lo scettro in mano, e barba lunga lunga di pelle di capra. Lo accompagnavano otto scudieri armati di partigiane di legno, e due ministri in cotta d'armi, che portavano, dentro un piatto, un grosso salomone incuffiato, il quale rappresentava l'idolo.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Sibilla Dio Sybilla Sibilla Nabuccodonosor
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