Li cacciavano gli stessi custodi dei bagagli. Con l'addensarsi della notte però il sacco ed il macello cessa. Il campo di Enrico si trasferisce in quello dei Sassoni ben ricco e ben provveduto, ed i morti sono contati a ventimila. Ciò doveva bastare. Ma il re volle condurre le truppe vittoriose pel paese turingio e sassone a dare il guasto. E campi e castella incendiò, uccise uomini, donne vituperò; di lutto, di vergogne e di miserie coperse le contrade, che pure erano provincie del suo impero. Ad Eschenweg però fu costretto licenziare la truppa, perchè essendo egli bruciato a danari e non correndo a tempo le paghe, nè essendovi più nulla a disertare, essa accennava tumultuare. Allora richiese da noi solenne promessa che, ai 22 ottobre, ci saremmo trovati al campo di Gerstungen con doppie condotte. Questa promessa noi non abbiamo stimato di mantenere.
- E perchè, se Dio vi guarda, monsignore?
- Perchè i Sassoni, pentiti, hanno dimandata mercede con ogni atto d'umiltà, e promesse quante soddisfazioni al re piacesse esigere da loro. Perchè noi abbiam digiunato quaranta dì, onde far penitenza di aver combattuto contra cittadini innocenti, e votato a piè dell'altare di non mai più combattere contro quei disgraziati. Perchè infine, sire di Buglione, noi ancora dormiamo le notti sul nudo pavimento, e ci laceriamo il fianco per aspro cilizio onde Iddio misericordioso si degni perdonarci il sangue dei fratelli ingiustamente sciupato.
- E cosa dunque, monsignore, dobbiam rispondere al re di parte di vostra grandezza?
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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