- Otto giorni! sclama Gregorio! bisogna dire, ser cavaliere, che voi siate ben neghittoso, o traditore della santa Sede.
- Nč l'uno nč l'altro, signore. Il mio cavallo si azzoppė nelle montagne dell'Elvezia, e dovetti restare quindici giorni per farlo guarire. Ecco tutto.
- Pel nome santo di Dio! e voi curate pių un tristo di ronzino, che l'adempimento dei nostri ordini, messere?
- Ser papa, uditemi. Io non sono per alcun modo vassallo della Chiesa, che per me nulla ha fatto nč ha saputo fare finora. M'incaricai delle vostre commissioni per cortesia, e le compii con quella solerzia che meglio mi convenne. In ordine al ronzino poi, come vi piace addimandarlo, gli č bene che vostra beatitudine sappia, io averlo caro pių della persona mia stessa. Č il solo fedele che io mi abbia. Mi son trovato in mezzo alle zuffe accerchiato da densa selva di aste, minacciato da cento nemici; e non ho veduto papa Gregorio aprirmi il varco periglioso, ma il mio cavallo. Mi son trovato fra gli aguati dei miei persecutori, inseguito come belva, messo a segno di cento arcadori, in un nuvolo di giavellotti e di chiaverine; e non č stato papa Gregorio che dall'insidie e dalla morte mi ha campato, ma la velocitā del mio cavallo. Ho dovuto arrampicarmi per greppi dirupati, sospeso fra il cielo e l'abisso, senza segno di calle, dove il camoscio non si sarebbe avventurato; ho dovuto valicare lagune melmose affondando fino alla gola; ho dovuto guadar fiumi terribili; e non ho trovato papa Gregorio che il pericolo e la fatica mi temperasse, ma questo fedel mio cavallo.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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