Pagina (261/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gli si accosta quindi di nuovo, e con maniere parte aspre parte carezzevoli cerca domarlo. Messer Ulrico però aveva malamente avvisato, perocchè ne tolse di tale percossa dalle zampe d'avanti, ch'ei fu trasportato via per estinto. Nessuno più allora sentì voglia aver che fare con quella belva, sapendo come tutti il sire di Cosheim superasse per maestria di equitare. Fu intanto riferito ad Enrico della grave ferita del suo favorito e del croio corridore. Anche al re salta il ticchio vincere la puntaglia; chè il re valeva ancor meglio del duca di Cosheim nel maneggio de' cavalli. Fu quindi il mio povero Licht novellamente bardato, e tratto nella cavallerizza. I cortigiani di Enrico vollero distoglierlo da quella prova, ma perciò appunto ve lo decidono più. Sicchè fa condurre quivi altri cavalli, fa circondare il mio da scudieri e mozzi, e quasi tendendogli aguati cerca di cavalcarlo. Dio lo perdoni! perchè due di quei disgraziati ebbero a morirne, ed egli si salvò da qualche sconcio per la sola leggerezza del tirarsi da canto.
      - È un demonio dunque codesto vostro cavallo, ser cavaliere? dimandò Ildebrando.
      - Mai no, santo padre - esso è di quegli esseri che la specie umana conobbe pochi per egual fedeltà. Ma, per farla breve, l'imperatore sospettando che vi fosse alcun segreto nel modo di cavalcarlo, ed innamorato della sua leggiadria volle impararlo a montare da me. Fui perciò ritratto di prigione, e tradotto alla cavallerizza, presente lui. Udii del suo desiderio e mi balzò il cuore per allegrezza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Ulrico Cosheim Enrico Cosheim Licht Enrico Ildebrando