Primi sedevano i cardinali, allora non più di sette, nè vestiti di porpora ma di paonazzo. Dopo gli arcivescovi, cui sotto i bianchi manti seminati di croci nere trasparivano ricche dalmatiche, aperte ai fianchi. Indi i vescovi e gli abati dalle lunghe barbe che loro scendevano sul petto. Ai due lati di questo semicerchio, nella parte interna, sedevano i signori laici e gli oratori delle corti straniere. Nel centro, sotto l'elevato seggio del papa, quattro segretari; ed il pontefice di rimpetto a tutti, nel mezzo, con due prelati dietro per trasmettere i suoi comandi. L'abate Ugone di Cluny riceveva alla porta i brevi di credenza di coloro che si presentavano al concilio. Egli poi li affidava agli araldi sacri onde condurli ai posti che loro spettavano. Infine si tenevano fuori quattro centurioni, con un manipolo di soldati, per arginare esterni tumulti, mettere a segno i riottosi del sinodo.
All'ora di sesta, radunati tutti, comparve la contessa Matilde. Ella aveva già trent'anni, conciossiachè di meno assai ne dimostrasse. I suoi lineamenti puri e severi erano bellissimi, di quella bellezza senza menda, ma senza poesia, senza inspirazione, che osservasi nelle opere di Canova. Le si leggeva sul volto un'aria di pensiero che la faceva sembrare alcun poco accigliata a primo aspetto. Però la soave trasparenza dell'occhio ceruleo, e la serenità della fronte maestosa ogni nube dissipavano, e quella specie di rigido contegno rivelavano bene per quel che era in sè stesso, un'abitudine cioè di ascetiche meditazioni, cui mai intieramente abbandonava e che le davano quell'alcun che di vago nello sguardo, e l'abitudine delle cure virili che dalla tenera età l'avevano occupata.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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Ugone Cluny Matilde Canova
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