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      Risparmiate il sangue e siate pronti a resistere con fermezza, perchè lo spirito di prudenza e di mansuetudine è spirito di sapienza e di fortezza.
      Indi, aperta la lettera di Enrico, con tranquilla voce e serenità di sembiante legge:
      «Enrico, non per usurpazione ma per volere di Dio re di Germania, ad Ildebrando non papa ma falso monaco.
      «Sebbene noi avessimo sperato finora da te ciò che da padre prudente può sperare figliuolo amoroso, e sebbene a dispetto dei nostri vassalli fossimo stati riverenti al tuo cenno, ciò nullamanco ti abbiamo provato per tale quale appena avrebbe saputo mostrarsi il più pernizioso nemico dell'impero germanico. Ci hai scemato il nostro ereditario potere; ci hai negato l'onore che dal vescovo di Roma è dovuto al re dei Romani. Con maligna arte hai sedotti i vassalli italiani a rinnegare la sovranità dell'impero. Nè contento dall'avere offeso il tuo re, hai posta mano pesante addosso ai vescovi lombardi e tedeschi, li hai gravati contro ogni dritto, vilipesi in faccia alle genti, condannati alle pene più atroci, solo perchè i generosi mantenevano salda lor fede, ed ai capricci di uomo orgoglioso resistevano. E poichè la nostra longanimità pazientava, hai presa la sofferenza benigna per languore di sovrano indolente, hai osato minacciare il tuo re, bandire il regicidio dal pergamo, e con parola nefanda giurato, che o saresti morto tu stesso, o fra poco tolto di seggio e di vita il monarca. A rintuzzare l'inaudita insolenza non credemmo valer più le parole, ma fatti volersi e castighi.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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