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      Per lo che, cedendo alle preghiere dei principi, congregammo il concilio di Worms, ove i vescovi quanto sinora per timore o per rispetto avevan taciuto, svelarono; e sulle prove parlanti, che nelle lettere di ciascuno leggerai, giudicarono essere nocevole all'orbe cristiano che tu governi la Chiesa. Dietro la quale sentenza emanata dal santo concilio, secondo i canoni ed i santi Padri e giusta al conspetto di Dio, noi re di Germania ti pronunciamo decaduto dai dritti di papa usurpati, e ti comandiamo discendere dalla sede di quella città della quale i liberi suffragi del popolo ci han creato patrizio e sovrano.
      «Questo comanda Enrico re di Germania ad Ildebrando usurpatore del ponteficato e falso pastore di Roma»(27).
      Dopo di ciò, un segretario del concilio lesse la lettera al popolo e senato romano. Ma e' non potè tutta compierne la lettura, perchè gli scalpori ed il gridare dei componenti del sinodo si levarono altissimi. Per modo che al messo imperiale fu gran fatto novellamente campare la vita, difeso dalla generosa prudenza di Gregorio. Giovanni di Porto però, prendendo la parola a nome di tutta l'assemblea, scongiurò il papa che sguainasse la spada di Pietro e scomunicasse un monarca scellerato e ribelle, giurandogli a nome di tutti fedeltà ed obbedienza, decisi com'erano di correre una sorte con lui - fosse stato pure il martirio!
      Allora Ildebrando sorge fra le acclamazioni del sinodo e con voce solenne e maestosa, con volto sereno parla:
      - S. Pietro! tu principe degli apostoli e vicario di Cristo porgi orecchio all'imponente scongiuro, ed ascolta.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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