Coloro risposero non fidarsi della mansuetudine del re ora che, dato giù, deserto si vedeva; che essi conoscevano fino a qual punto si dovessero altrui sottomettere; che le constituzioni della Germania non manomettevano, avendo deliberatamente avanti giudicato Enrico cui, scomunicato dalla Chiesa, per non incorrere anch'essi nelle censure, abbandonavano, ed eran quivi ragunati ad eleggere sire novello. Alle quali parole altre il duca Ulrico soggiungeva. Poi, capito che vanamente maneggiava pratiche, di nobile fierezza si protesta, aver ordine del suo signore dichiarare loro, che al dì vegnente avrebbe accolti nel castello di Oppenheim i suoi uomini d'armi e presentata battaglia.
Gli oratori di Enrico lasciavano la dieta costernata. I principi comprendevano a qual repentaglio li esponesse la disperazione del re. Fatta perciò deputazione di nobili sassoni e svevi gliela mandarono con alla testa Ottone di Nordheim. Questi si presentò al castello di Oppenheim, ed incontanente introdotto alla presenza di Enrico, così parlò:
- Sire, la dieta di Tribur non vuole esservi ostile, nè adoperar con voi fuori i dettami della legge e della giustizia. Gravi colpe i principi dell'impero han quivi portate contro di voi; e conciossiachè la dieta avesse il dritto di giudicarvi, onde per avventura alcuno non secondasse particolari risentimenti di offese ricevute, vi rimette alla condanna ovvero all'assoluzione del pontefice.
- Messer conte, dimanda alteramente il re, dove e voi e la dieta avete appreso mai che i vassalli possano giudicare i padroni, ed un nemico l'altro?
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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