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      Poi, rialzandosi, dice malinconicamente:
      - Fatalità! io non credo più alla mia scienza.
      - Ah! e perchè dunque, fanciulla? domanda Gregorio.
      - Perchè? risponde Guaidalmira, perchè? Essa detta la medesima sorte a me povera monelluccia di strada ed a voi sovrano pontefice, terrore dell'universo. La stolta! Quale disinganno!!
      - Vero? sclama Gregorio accennando il volto a gaiezza.
      - Si, riprende Guaidalmira con un sospiro, divenendo di un subito pallida, mentre una lagrima le navigava per gli occhi. Sì. La mia fede ha perdute le ali per sollevarsi al cielo, i miei occhi han perduta la luce per leggere nell'avvenire. La medesima sorte! stolta!
      - Ed è ben scura codesta sorte che tanto vi addolora, o figliuola? domanda Gregorio.
      - Chi lo sa? mormora Guaidalmira. Sprazzi di sole in fiotti di uragano. Lugubre certo è la mia. Nondimanco però, sia vera, sia falsa la mia scienza, non posso, santo padre, restarmi dal rivelarvi che essa della vostra persona mi detta che...
      - Che cosa! parlate pur liberamente, dice Gregorio.
      - Si, pontefice, sclama la donzella: vivrete Cesare, morrete Mario!
      E sì parlando, senza aspettare ulteriori domande, volge le spalle a Gregorio e parte. Questi resta colpito alle parole della giovinetta, la segue un istante col guardo, poi gitta un sospiro e si rimette in cammino.
      La contessa Matilde aveva tirato il capperuccio sulle gote per celarne il pallore.
      Giunto in Lombardia, i nobili ed il clero che ancora gli restavano divoti, lo accolsero della più suntuosa magnificenza.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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