- Insomma, compare, ad ogni costo a me urge valicare questo monte dannato. Trovate voi uomini e mezzi, perchè io non voglio saperne altro che si parta prontamente.
- Sta bene, monsignore. Giacchè ci avete dato del vigliacco, e vi siete proprio incocciato in questa pazzia, bisogna cavarvela. Io non vi assicuro bene che toccherete le pianure d'Italia. Però vi assicuro bene che moriremo innanzi noi tutti, prima che alcun disastro accada a vostra grandezza. Dopo, sarà di voi quel che sarà. Noi saremo morti fino all'ultimo - raccomandandovi a Dio.
- Quando si parte dunque? Bene inteso che si dovrà trasportare con noi questa signora e questo ragazzo, con ogni bagaglio e cavalcatura.
- Ma sì, partirà tutto con noi; salvo, monsignore, che non ve ne guarentisco l'arrivo.
- Dunque?
- Dunque per oggi è ito. Vedete lassù quella parrucca bianca che si accapperuccia al monte? Ebbene, di qui sembra nebbia, ma vi do parola che fra due ore, vedrete che è quel buffon di uragano, il quale si trastulla a far mulinelli di neve, e trascinarsi seco fino i cucuzzoli delle rocce, che gli si parano avanti. Così che, monsignore, contentatevi per oggi di farvi una bella provvisione di caldo col fuoco e col vino di Vevey, perchè vi so dire io che domani ne avrete ben d'uopo.
- Sacramento! sclama Enrico impazientito, questa diabolica Italia non vuolsi dunque lasciar penetrare?
- Eh! monsignore, risponde Giacomo schiettamente, è Italia come la bocca; per penetrarvi dentro ed assaporar tutti i gusti bisogna passar le mascelle.
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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano 1864
pagine 522 |
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