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      Egli aveva lasciato in dietro la truppa per non dar sospetti nè appiccagnoli al papa. Seguíto solamente da Guiberto, da Baccelardo ed altri pochi cortigiani prese dunque stanza nel piccolo romitaggio votato a s. Nicolao, che trovavasi in quello spicchio di casupole dei vassalli della contessa, alle falde del burrone su cui torreggiava la fortezza.
      Come la contessa Matilde udì dell'arrivo dell'imperatore, gli si recò tosto a far visita, comandando che di ogni cosa, con real munificenza, il cenobio fosse fornito. L'accompagnavano Adelaide di Susa col suo figliuolo Amadeo, il marchese Azzo d'Este, e l'abate di Cluny, che era stato padrino del re al fonte battesimale. Enrico, vedendo apparir la contessa, le andò incontro, e baciandola sulla fronte:
      - Qual cortesia, sclama, nella nostra bella cugina di venire a visitare uno scomunicato, senza paura d'imbrattarsi di peccato!
      - Ne abbiamo tolto permissione da Gregorio, risponde Matilde senza badare, o senza comprendere l'ironia delle parole del re.
      - Ah! vi dimandiamo perdono dunque, bella cugina, del sospetto temerario, soggiunge Enrico, componendo il volto a sorriso. Ma sì che non poteva essere altrimenti! Ed in vero, e' sarebbe doluto anche a noi che creatura così bella avessero dovuto adunghiare i demoni, ed ottenere quei villani cialtroni più che non ottennero i fedeli battezzati, divoti al papa.
      Dappoichè gli è mestieri sapere che Enrico voleva qui accennare al marito di lei, Goffredo di Lorena, detto il gobbo, già morto, col quale giammai Matilde si aveva voluto accoppiare.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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